I robot ci ruberanno il lavoro..

robot ci ruberanno il lavoro: spesso sentiamo ripetere questa frase, tutto sommato non troppo distante dalla realtà e da quello che potrebbe riservarci il futuro. Uno studio condotto dalla società McKinsey & Co. ha evidenziato infatti come entro il 2030 l’impiego dei robot nei processi produttivi industriali e l’automazione in generale porteranno alla perdita di 800 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo, pari a un quinto della forza lavoro attuale.
Lo studio ha riguardato 46 Paesi ed ha analizzato ben 800 diverse tipologie di occupazioni. Il dato - c’è poco da dire - è alquanto preoccupante, ed è destinato a rivoluzionare la società non solo dei Paesi emergenti, ma anche di quelli industrializzati, Italia inclusa. Secondo quanto emerso, a subire le conseguenze della robotizzazione saranno in particolare alcuni settori e tipologie di mansioni, a partire dagli operatori di macchinari, agli inservienti dei fast-food fino a coloro che svolgono le mansioni di back office.
Se lo scenario dipinto da McKinsey & Co. corrispondesse - anche solo parzialmente - alla verità, da qui al 2030 l’impatto sociale provocato dalla robotizzazione sarebbe devastante per gran parte della popolazione mondiale. Una speranza ancora c’è, ed è quella della creazione di nuove mansioni lavorative o del recupero di quelle “snobbate” negli ultimi anni: secondo lo studio, le posizioni del futuro riguarderanno in modo particolare l’assistenza sanitaria agli anziani e… il giardinaggio. In poche parole, la soluzione è mettersi nuovamente in gioco specializzandosi in lavori che neanche i famigerati robot del 2030 potranno toglierci.

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