Huawei Mate 20 Pro è il miglior smartphone del 2018? La recensione





Huawei Mate 20 Pro si candida per essere il miglior smartphone di questa generazione, introducendo per la prima volta diverse tecnologie sul mercato: è il primo terminale Android con processore a 7-nm, ed è il primo in assoluto con un modem 4G LTE Gigabit da 1,4 Gbps di velocità in download. Adotta una doppia NPU per i calcoli di Intelligenza Artificiale, e dispone di una fotocamera tripla al posteriore che può essere considerata facilmente come la più versatile dell'intero panorama mobile.





Recensione Huawei Mate 20 Pro

Ci avviciniamo alla fine dell'anno e, come da tradizione, è arrivato il momento dei nuovi dispositivi della famiglia Mate: in anticipo rispetto ai flagship della serie abbiamo avuto Huawei Mate 20 Lite (recensione, focus sulla fotocamera), un ottimo smartphone per la fascia media evoluta, ma i flagship appena annunciati sono ovviamente di tutt'altra pasta: Huawei Mate 20 e Huawei Mate 20 Pro rappresentano infatti le soluzioni al top della gamma per quanto riguarda la line-up dell'aggressivo produttore cinese, venendo superati solo da Huawei Mate 20 RS Porsche Design, che si fonda sul Pro introducendo finiture di lusso. Insieme a questi smartphone è stato presentato anche il mastodontico Huawei Mate 20X, un dispositivo con pannello da 7,2 pollici pensato principalmente per il gaming.

In questa recensione ci occuperemo di Huawei Mate 20 Pro, che rappresenta la soluzione più interessante per l'utente più appassionato, ed anche la più innovativa per quanto concerne l'evoluzione tecnologica. Si tratta di un'evoluzione di Huawei P20 Pro (recensione), che già a suo tempo aveva innovato soprattutto per quanto riguarda il comparto fotografico. Con la sua modalità notte e il suo super-sensore da 40 MP, P20 Pro è di fatto riuscito a superare tutti in termini di qualità fotografica (qui la nostra comparativa fotografica fra top di gamma) abbinando algoritmi di intelligenza artificiale a un connubio fra tre sensori e tre ottiche di alta qualità. Anche su Mate 20 Pro troviamo tre fotocamere, ma l'approccio cambia radicalmente nel tentativo di migliorare sia in termini di qualità, che in termini di versatilità.

In questo modello troviamo infatti non solo tre sensori differenti, ma anche tre obiettivi con varie lunghezze focali:

Normale da 27mm: sensore da 40 MP, obiettivo f/1.8, PDAF/Laser. Il principale utilizza un mega-sensore da 40 MP (enorme rispetto ai sensori usati su altri smartphone, da 1/1,7"), abbinato ad un'ottica normale con lunghezza focale di 27mm equivalenti nel formato 35mm ad apertura f/1.8. È quello che fa il lavoro sporco nella maggioranza degli scatti, e può essere utilizzato sia a risoluzione piena, che a 10 MP sfruttando in entrambi i casi le potenzialità di Intelligenza Artificiale.Ultra-wide da 16mm: sensore da 20 MP, obiettivo f/2.2, PDAF/Laser. Il secondo modulo rappresenta una nuova aggiunta nella line-up di Huawei, qualcosa che non avevamo visto su P20 Pro. Abbiamo un ultra-grandangolare che consente di inquadrare un enorme campo di visione, utile per inquadrare oggetti molto ravvicinati, edifici, o paesaggi, con un punto di vista creativo.Tele-obiettivo da 80mm 5x Zoom: sensore da 8 MP, obiettivo f/2.4 OIS, PDAF/Laser. Il teleobiettivo consente uno zoom 5x di tipo ottico rispetto al sensore ultragrandangolare (3X rispetto al Normale), e viene abbinato ad un sensore da 8 MP più piccolo degli altri due (1/1,4"). In questo caso abbiamo la stabilizzazione ottica dell'immagine che è invece assente sul normale e sull'ultra-grandangolare. In quest'ultimo caso non c'è grande bisogno di stabilizzazioni, mentre nel primo caso ci pensa l'IA.

La fotocamera posteriore viene ora proposta non più in verticale, ma all'interno di un box quadrato nella parte centrale della scocca, dove c'è anche il Flash LED dual-tone. Le novità non passano solo per il comparto fotografico, ma anche per quanto riguarda le modalità di autenticazione. Su Huawei Mate 20 Pro funzionano benissimo, molto meglio che su alcuni dispositivi della concorrenza (vedasi Samsung) e utilizzano un approccio particolarmente attento alla sicurezza e alla privacy dell'utente (vedasi Apple). Su Mate 20 Pro troviamo un sensore d'impronte sottovetro che si è rivelato mediamente affidabile durante le nostre prove, e un sistema di riconoscimento del volto basato su diversi sensori, tutti integrati nella notch. Ne parleremo meglio dopo.

Clicca qui per la scheda tecnica di Huawei Mate 20 Pro

Abbiamo inoltre un nuovo SoC a 7-nm che gestisce tutte le operazioni computazionali del dispositivo: HiSilicon Kirin 980. Mate 20 Pro è il primo smartphone Android ad utilizzare un SoC da 7-nm, ed è l'unico previsto fino al primo trimestre dell'anno prossimo con la nuova tecnologia. Non serve dire che è attualmente lo smartphone Android più potente, con il processore che implementa tre cluster differenti: il principale utilizza 2 core Cortex-A76 con frequenza operativa da 2,6 GHz, ed è abbinato ad un processore secondario con 2 core, sempre Cortex-A76, con frequenza operativa leggermente ridotta (1,92 GHz). Abbiamo infine un terzo cluster con altri quattro core Cortex-A55, pensati per il risparmio energetico, con frequenza operativa di 1,8 GHz.

Huawei Mate 20 Pro

OS (al lancio)

Android 9.0 Pie con EMUI 9.0

Processore

HiSilicon Kirin 980 a 7-nm
2 x Cortex-A76 @ 2,6 GHz
2 x Cortex-A76 @ 1,92 GHz
4 x Cortex-A55 @ 1,8 GHz

RAM

6 - 8 GB LPDDR4

Display

AMOLED 6,39" (19,5:9)

Risoluzione

3120 x 1440 px

Storage

128 o 256 GB Espandibili via NM Card

Fotocamere

Retro:
Normale 27mm: 40 MP f/1.8 PDAF/Laser
Ultra-wide 16mm: 20 MP f/2.2 PDAF/Laser
Tele 80mm 5x Zoom: 8 MP f/2.4 OIS PDAF/Laser

Ottiche Leica - Flash LED 2-Tone
Video Ultra HD @ 30 fps
Slow-mo 720p @ 960 fps

Fronte (pop-up):
24 MP f/2.0 26mm (normale)

Extra

4G LTE Cat. 21 (1.400 Mbps in download)
Wi-Fi 802.11ac Dual-band
Bluetooth 5.0
NFC
Porta infrarossi
Sensore d'impronte sottovetro
Riconoscimento facciale

Porte

USB 3-1 Type-C
NO Porta audio 3,5mm

Batteria

4.200 mAh
Ricarica rapida (40W)

Dimensioni

157,8 x 72,3 x 8,6 mm

Peso

189 g

La CPU di Kirin 980 viene abbinata inoltre ad una doppia NPU (Neural Processing Unit), quindi troviamo due unità dedicate ai calcoli di machine learning e per l'Intelligenza Artificiale, che possono quindi avvenire in locale sfruttando i vantaggi della computazione via hardware. L'IA viene utilizzata in diversi frangenti, dall'ottimizzazione delle prestazioni del terminale nel corso del tempo, al riconoscimento dei soggetti nell'inquadratura della fotocamera, e il tutto avviene in maniera sostanzialmente trasparente per l'utente. L'IA di Mate 20 Pro consente di avere, in soldoni, un'esperienza punta-e-scatta esemplare nella Fotocamera, modalità fotografiche e per la registrazione di video altrimenti impossibili, e prestazioni molto elevate anche dopo lunghi periodi d'uso del terminale (in base alle parole del produttore).

Sul fronte delle memorie abbiamo due modelli: uno con 6 GB di RAM e 128 GB di storage integrato, mentre il top di gamma ha 8 GB di RAM e 256 GB di storage integrato. La novità sul fronte dello storage è però un'altra: Huawei Mate 20 Pro è il primo smartphone sul mercato a implementare il supporto ad un nuovo tipo di scheda di memoria: l'espandibilità dello storage è garantito infatti solo attraverso NM Card (Nano Memory Card), progettate dallo stesso produttore cinese con l'obiettivo di diventare uno standard di mercato. Le NM Card sono dipsonibili in tagli fino a 256 GB, e supportano una velocità di trasferimento dei dati di 90 MB/s. In forma e dimensioni si equivalgono ad una Nano-SIM, con l'obiettivo di rendere più semplice il Dual-SIM.

Per il resto il nuovo top di gamma Huawei utilizza un enorme display OLED HDR10 da 6,39"(DCI-P3), con aspect-ratio di 19,5 pollici e, come abbiamo precisato poco sopra, notch. La tacca include un nuovo sistema di 3D Depth Sensing che può riconoscere il volto dell'utente, e seguirne lo sguardo e tutti i movimenti, e c'è anche una fotocamera da 24 MP che lavora in maniera sinergica con le altre componenti della notch. Il display supporta la risoluzione massima Quad HD+, pari a 3120x1440 pixel in questo caso, con una densità dei pixel di 538 PPI. Lo smartphone supporta anche la possibilità di gestire dinamicamente la risoluzione, in modo da ottimizzare il consumo energetico quando non serve una densità dei pixel così sostenuta.



Le novità non sono ancora finite: Huawei Mate 20 Pro è il primo smartphone ad utilizzare un modem 4G LTE Cat. 21, con la possibilità di scaricare fino a 1,4 Gb di dati al secondo, mentre per l'upload ci si ferma a 200 Mbps. Supporta le connessioni Wi-Fi 802.11ac Dual-Band anche in modalità MIMO, implementa Bluetooth 5.0, porta infrarossi, GPS, NFC e ha una delle ricariche più rapide di tutto il settore grazie all'adattatore da ben 40W (10V / 4A) incluso nel prezzo: è grande, non enorme, ma è pesantissimo. Di seguito nella recensione riportiamo anche il grafico della velocità di ricarica, ma vi anticipiamo che la Super Ricarica di Huawei consente di portare la batteria da 4.200 mAh del Mate 20 Pro dallo 0 al 100% in circa un'ora!

Abbiamo infine un connettore USB Type-C per la ricarica, niente connettore audio da 3,5mm (ma c'è l'adattatore nella dotazione ufficiale), un solo speaker (in capsula, ma ottimo come volume), per uno dei design più puliti di questa generazione. Lo smartphone si tiene bene in mano: offre un fattore di forma simmetrico con angoli arrotondati sia dietro, nella scocca in vetro, che davanti, nel display "dual edge". C'è un piccolissimo frame nella parte inferiore, mentre sopra solo la notch. Le cornici laterali sono quasi del tutto inesistenti, mentre i tasti (On/Off e bilanciere del volume) sono sulla destra. Nella versione da noi in prova, la Midnight Blue, il tasto d'accensione è rosso, mentre la scocca è blu nella parte superiore, ma passa al nero in basso in maniera progressiva.



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Si tratta di un tipo di finitura che Huawei ha introdotto sul P20 Pro e che ritorna, in tutta la sua arroganza, anche sul nuovo flagship.

E-MUI ed esperienza d'uso

L'esperienza d'uso del dispositivo inizia ovviamente con lo sblocco del terminale. Sul flagship di Huawei troviamo due metodi molto diversi, ma entrambi utili a nostro avviso: il sensore d'impronte e il riconoscimento del volto. Sebbene si tratti di tecnologie già note nel panorama mobile, l'implementazione di Huawei è innovativa. Il sensore d'impronte è infatti sotto il vetro del display, ed è posizionato un po' più in alto rispetto alla posizione frontale tipica: è abbastanza veloce, non fulmineo, e svolge il suo dovere con affidabilità anche quando si hanno le dita bagnate. Risulta un po' ostico individuarlo le prime volte, visto che non c'è nessuno "scalino" che fa da sede per il sensore. Ci si abitua, comunque, abbastanza rapidamente.

Poi c'è la scansione del volto con tecnologia "3D Depth Sensing": attraverso un serie di sensori frontali integrati nella notch e la fotocamera frontale ad alta risoluzione Mate 20 Pro può scansionare il volto e identificare l'utente. Funziona? Molto bene, ed è estremamente veloce: ci sono stati casi riportati di falsi positivi, ma questo poteva avvenire anche con l'impronta digitale, che è anche riproducibile in maniera molto più semplice. Se in termini di velocità si può paragonare (centesimo di secondo più, centesimo meno) a Face ID di Apple, c'è ancora un po' di strada da fare in termini di affidabilità: con Mate 20 Pro il riconoscimento non avviene quando indossiamo degli occhiali da sole e le condizioni di luminosità non sono ottimali. Avviene tranquillamente, però, in molte altre situazioni più consuete, anche al buio, o quando indossiamo altri tipi di accessori (occhiali da vista, ad esempio).

Quale utilizzare, quindi dei due? E disporre di due sistemi diversi per lo sblocco è inutile e ridontante? La cosa straordinaria del riconoscimento facciale di Huawei è, lo ripetiamo, la velocità: a volte ci è capitato di voler forzare lo sblocco con il sensore d'impronte sottovetro, ma non avere neanche il tempo di avvicinare il dito al display che già è avvenuto il riconoscimento facciale. La sola procedura di sblocco è già di per sé più rapida, e anche la tecnologia è a nostro avviso più performante del sensore d'impronte sottovetro. Tuttavia in alcuni casi (come quelli descritti poco sopra) può fare cilecca, e quindi il sensore d'impronte può venire in soccorso. I due sistemi lavorano quindi sinergicamente, con l'obiettivo di fornire sempre un sistema di sblocco rapido ed efficace. È da segnalare che le app di terze parti, per l'accesso, usano il sensore d'impronte e non lo sblocco facciale.

Per il resto il software alla base di Mate 20 Pro è la tipica EMUI del colosso cinese, ormai giunta a piena maturazione sia sul piano delle funzionalità (ce ne sono davvero tante, troppe per poter essere raccontate una per una), che su quello dell'ottimizzazione. Lo smartphone si caratterizza per una granitica fluidità costante, sia per quanto riguarda l'interfaccia del sistema operativo, sia con le applicazioni di terze parti, con un sistema per lo scrolling leggermente rallentato rispetto ad altri modelli che rende meglio l'idea di fluidità delle animazioni. Reattività e velocità di esecuzione delle app sono a livelli altissimi, assolutamente paragonabili ai migliori dispositivi Android in questo ambito, e non abbiamo riscontrato problemi di stabilità.

L'utente può inoltre personalizzare il metodo da scegliere per la navigazione su schermo, decidendo fra i tasti on-screen tipici di Android, perdendo quindi la possibilità di sfruttare quella piccola parte dello schermo, o utilizzare delle gesture proprietarie, sfruttando così tutta la superficie dell'enorme display full-screen. Con uno swipe dal basso verso l'alto si torna al menu Home, con la stessa gesture ma mantenendo il dito premuto sullo schermo si accede alle app recenti aperte in background, mentre con uno swipe orizzontale su uno dei due lati del display (entrambi curvi) si torna indietro. Il sistema di gesture funziona bene e può sostituire senza troppe remore i comandi on-screen tipici di Android, che sembrano essere destinati all'oblio.

Anche il multitasking è affidabile: insomma, l'esperienza è ad alti livelli sul piano del software, con tantissime funzionalità (ad esempio c'è la possibilità di gestire in maniera fine la calibrazione del display o di impostare una modalità Prestazioni o per il risparmio energetico), e ottime performance. Rimane ancora un po' meno scenografica della Samsung Experience dei top di gamma coreani, ma in questo caso pare che Huawei abbia preferito l'efficienza energetica alle animazioni scintillanti della diretta concorrente nel segmento premium della fascia alta. Parlando di autonomia, Mate 20 Pro fa veramente bene nell'uso "reale", con la possibilità di raggiungere il giorno e mezzo anche praticamente stressando pesantemente il dispositivo. I due giorni sono assicurati, invece, con un uso che definiamo normale.

Prestazioni, display, autonomia: analisi tecnica

Passiamo all'analisi tecnica descrivendo in numeri quello che abbiamo appena scritto sulla base delle percezioni nell'uso quotidiano. Abbiamo verificato un comportamento particolare per quanto riguarda le prestazioni e i benchmark: la modalità Prestazioni che può essere attivata nelle impostazioni della Batteria è reale, e non consente di guadagnare solo pochi punti nei nostri test, ma di ottenere punteggi sensibilmente superiori. Le differenze nell'uso normale sono indistinguibili, ma attivandola siamo riusciti ad ottenere risultati molto superiori in molte delle suite di benchmark. Sembra che Huawei abbia scelto di privilegiare ancora una volta l'efficienza energetica alle prestazioni pure, ed è una decisione che - vista la reattività generale del sistema - ci sentiamo di accogliere favorevolmente.

È probabile che Mate 20 Pro utilizzi una gestione delle frequenze della CPU molto conservativa nella modalità di default, spingendo al massimo il suo Kirin 980 solo quando si attiva la Modalità Prestazioni. Il dispositivo non tende mai a riscaldare in maniera massiccia, comunque, in nessuna delle due circostanze: diventa tiepido nella parte superiore, e anche durante la ricarica super veloce non abbiamo riscontrato problemi in tal senso. In ogni caso Kirin 980 si è verificato più lento di Apple A12 Bionic, sia sul versante della CPU che della GPU, sulla base della nostra suite di benchmark. Il SoC di Huawei diventa comunque il processore più veloce disponibile oggi su Android, grazie all'uso del processo produttivo a 7-nm e alle innovazioni introdotte dalla doppia NPU. Da menzionare anche il comparto dello storage: la memoria integrata sul Mate 20 Pro è la più veloce sul mercato, ottenendo risultati impressionanti nella scrittura di dati in modalità random.

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Il display di Huawei Mate 20 Pro è un OLED di ottima qualità capace di raggiungere le 450 cd/m² di luminosità massima in modalità manuale, mentre quando il sensore di luminosità rileva una forte luce d'ambiente attiva una modalità inaccessibile all'utente. Questo serve per offrire la migliore visibilità possibile in tutte le circostanze, anche sotto la luce del sole, dove l'importante è principalmente "vedere": con i nostri strumenti abbiamo misurato unaluminosità massima di 609 cd/m², al pari con molti dei top di gamma della concorrenza. Sono piuttosto buoni anche gli angoli di visione, con una perdita solo marginale della luminosità, ed è ottimale anche la risoluzione con una densità dei pixel enorme. Huawei imposta la risoluzione alla Full HD+ di default, in modo - ancora una volta - di prediligere l'efficienza alle prestazioni. Le differenze fra Full HD+ e Quad HD+ (lo schermo arriva a 3120x1440 pixel di risoluzione) sono del resto veramente difficili da scorgere a distanze d'uso naturali.

Buona anche la calibrazione dei colori di default: ci sono due modalità predefinite, una più "Intensa", quella impostata al primo avvio, l'altra più naturale, ma l'utente può impostare il display in maniera fine. La saturazione dei colori del pannello è ottima, capace di coprire il profilo colore DCI-P3 e andare anche un po' oltre. Il punto di bianco è leggermente traslato verso tonalità fredde, come avviene praticamente sempre sugli OLED delle ultime generazioni.


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Per quanto riguarda l'autonomia operativa il nuovo flagship di Huawei può fare affidamento ad una grossa unità da ben 4.200 mAh, capace di - nell'uso normale - portare l'utente a raggiungere le due giornate con pochi sacrifici. Con un uso intenso si arriva a sera con il 30-40% di batteria residua, dove altri smartphone con batterie standard arriverebbero con il 20%, o anche meno. L'autonomia è buona, fra le migliori per quanto riguarda gli ultimi top di gamma, ma quello che sorprende è il processo di ricarica: lo abbiamo misurato con il terminale acceso e con diverse app installate e notifiche push attivate, quindi in condizioni normali, e abbiamo raggiunto il 100% da 0 in soli 63 minuti. Mai nessuno smartphone aveva ottenuto questo risultato. Sorprende anche il modo in cui lo smartphone recupera la carica.

In soli 10 minuti siamo già al 25%, mentre in 20 minuti abbiamo la metà della batteria già ricaricata. In mezz'ora si arriva al 71%, che significa un giorno pieno di uso abbastanza intenso, come scrivevamo sopra, e in 50 minuti arriviamo al 95%. Il caricabatterie da 40W fa davvero la differenza nel processo di ricarica: riscalda un po', ma durante i 63 minuti lo smartphone diventa solamente tiepido. Nel nostro test, in cui abbiamo misurato l'autonomia in navigazione Wi-Fi impostando la luminosità del display a 200 cd/m², abbiamo raggiunto le 12 ore con display acceso. È un buon risultato per un top di gamma.

È molto interessante la possibilità di utilizzare la grossa batteria integrata anche per ricaricare altri smartphone via wireless, semplicemente appoggiandoli sulla scocca. In passato avevamo visto altri dispositivi trasformarsi in power-bank, ma richiedevano un cavo per il trasferimento dell'energia e non è così scontato averne uno sempre con sé. Con il Mate 20 Pro Huawei toglie quest'ultimo limite: per caricare qualsiasi altro dispositivo con supporto alla ricarica wireless è sufficiente attivare un'impostazione e poggiarlo sul suo dorso. E se ci dimentichiamo la funzionalità attiva ci pensa il software a disattivarla,dopo un breve periodo di inattività. Eventuali dispendi energetici, quindi, sono così scongiurati.

Fotocamera

La fotocamera posteriore di Huawei Mate 20 Pro è particolarmente innovativa, e molto diversa rispetto a quella di Huawei P20 Pro. Come abbiamo scritto in precedenza i tre moduli sono utilizzati sia per il miglioramento dello scatto che per aggiungere ulteriore versatilità. Troviamo il mega-sensore da 40 MP per la fotocamera standard, e ulteriori due moduli, uno con obiettivo ultragrandangolare, l'altro con teleobiettivo. La fotocamera implementa innumerevoli filtri, effetti e modalità di scatto: diverse modalità di HDR creativo, effetti da implementare (anche in AR) con i due moduli, una modalità Notte che offre risultati ragguardevoli con una stabilizzazione di ottimo livello (digitale, l'OIS è previsto solo sul teleobiettivo), e abbiamo anche la possibilità di scattare a 40 MP o a 10 MP, in entrambi i casi con il supporto della IA, riconoscendo la scena automaticamente e impostando un setup ad-hoc.

E ci sono anche i filtri per i video, in tempo reale, anche con simulazione di un bokeh fittizio, non perfetto ma comunque sufficientemente credibile. Quella di Mate 20 Pro è a nostro avviso la fotocamera più completa su smartphone.

Di seguito le foto scattate con il terminale, in paragone, con i top di gamma più significativi di questa generazione. Successivamente pubblicheremo un'analisi tecnica delle fotocamere, con test oggettivi e confronto diretto con i migliori smartphone in termini di fotocamera integrata.

Comparativa foto Mate 20 Pro, contro Galaxy Note 9, iPhone XS Max, OnePlus 6

Clicca sulle anteprime per vedere le foto originali


Huawei Mate 20 Pro


Samsung Galaxy Note 9


iPhone XS Max


OnePlus 6


Huawei Mate 20 Pro 3X


Samsung Galaxy Note 9 2X


iPhone XS Max 2X


Huawei Mate 20 Pro


Samsung Galaxy Note 9


iPhone XS Max


OnePlus 6


Huawei Mate 20 Pro 3X


Samsung Galaxy Note 9 2X


iPhone XS Max 2X


Huawei Mate 20 Pro


Samsung Galaxy Note 9


iPhone XS Max


OnePlus 6

Abbiamo paragonato il nuovo arrivato di casa Huawei (usando la modalità di default per le foto con campo di visione normale, ovvero quella a 10 MP) con alcuni dei terminali usciti più di recente più significativi. Purtroppo Google Pixel 3 XL non era in redazione durante le prove e non lo abbiamo potuto inserire, proponendovi un confronto con iPhone XS Max, Galaxy Note 9 e OnePlus 6 (che costava, quando in vendita, circa la metà rispetto agli altri terminali). Notiamo che in condizioni di luce ottimali tutti gli smartphone offrono uno scatto di ottima qualità, con OnePlus 6 che è avvantaggiato in termini di dettagli per via della risoluzione superiore del sensore. Al buio, tuttavia, il device cinese di Pete Lau mostra parecchie incertezze rispetto agli altri modelli presi in esame, dove iPhone XS Max è quello che a nostro avviso offre un'immagine migliore, anche se maggiormente soggetta al rumore. Per quanto riguarda lo zoom, inoltre, notiamo che Huawei Mate 20 Pro, grazie al suo teleobiettivo 3X, riesce a recuperare qualche dettaglio in più rispetto ai concorrenti (ma solo in condizioni buone di luminosità ambientale). La qualità delle immagini di Huawei Mate 20 Pro è comparabile a quella degli altri smartphone di pari prezzo, offrendo grande nitidezza su tutta la scena sia con l'obiettivo normale che con il tele, anche se nelle condizioni di luminosità poco ottimale presta maggiormente il fianco al micromosso per via della mancanza della stabilizzazione ottica. In questi casi viene in soccorso la modalità Notte, che vedremo di seguito.

Altre foto scattate con Huawei Mate 20 Pro


Sinistra: 40 MP Normale - Destra: 40 MP Normale


Sinistra: 10 MP Normale - Destra: 20 MP Ultra-wide


Sinistra: 8 MP Tele - Destra: 40 MP Normale


Sinistra: 40 MP Normale - Destra: 10 MP Normale


Sinistra: 40 MP Normale - Destra: 20 MP Ultra-wide

Ci ha convinto molto anche il modulo ultra grandangolare, a nostro avviso superiore in termini di dettagli e di qualità generale dell'immagine rispetto alle altre soluzioni al top della gamma che abbiamo provato in questa generazione. Ci riferiamo naturalmente a LG G7 ThinQ e a ASUS Zenfone 5Z.

Foto in Modalità Notte





La Modalità Notte è il fiore all'occhiello della fotocamera di Huawei Mate 20 Pro, così come avveniva con P20 Pro. Sostituisce, in sostanza, un cavalletto, offrendone i vantaggi anche quando si scatta a mano libera. Attivandola vengono scattate diverse fotografie con differenti con tempi d'esposizione, per poi effettuare una fusione cercando di annullare il più possibile il micromosso usando l'IA. In questo modo si ottiene una grande luminosità senza bruciare i dettagli nelle zone di luce o deteriorarli in quelle d'ombra. Il risultato, come potete vedere, è incredibilmente buono. E se si abbina la Modalità Notte ad un cavalletto si possono ottenere scatti da reflex, con le dovute proporzioni, senza capirne nulla di fotografia!

Considerazioni finali

Huawei Mate 20 Pro è l'ennesima concretizzazione di un percorso ormai consolidato per il produttore cinese. È uno smartphone completo, affidabile, potente ed anche innovativo, capace di contendersi le prime posizioni nel mercato degli smartphone insieme a Samsung e Apple. Un top di gamma a tutti gli effetti per varie caratteristiche, sia tecniche che di design, che non lascia niente al caso. Il display usa un pannello AMOLED prodotto da BOE di qualità elevata, con un'ottima saturazione dei colori e pieno supporto allo spazio colore DCI-P3. Il SoC è prodotto in casa, ed è il primo a sfruttare il processo produttivo a 7-nm per quanto riguarda i device Android. È più potente di Snapdragon 845, un po' meno di Apple A12 Bionic, e offre reattività e fluidità esemplari in tutte le circostanze.

Mate 20 Pro è un ottimo terminale anche per quanto riguarda i sistemi di autenticazione, due ed entrambi rapidi, affidabili e utili, e offre una fra le fotocamere più complete e di migliore qualità dell'intero panorama degli smartphone, con una pletora di funzionalità e fotografie sempre nitide e dettagliate, anche se i moduli grandangolare e ultra-grandangolare non sono stabilizzati otticamente. È indubbiamente interessantissima la modalità Notte, che scatta diverse istantanee miscelando poi il tutto per ottenere uno scatto che ricorda (con le dovute proporzioni) quelle che potremmo scattare con reflex/mirrorless e cavalletto. Huawei Mate 20 Pro offre inoltre un'ottima ricezione, una buona qualità audio, con un volume più che sfruttabile in vivavoce e microfoni che catturano il parlato dell'utente anche ad una buona distanza.

È un terminale a cui è davvero difficile trovare difetti veri e propri. Il prezzo è indubbiamente molto alto, a partire da 1099€ quello di listino, e i device Huawei di fascia alta sono soliti svalutarsi parecchio sul lungo periodo. Non c'è neanche il jack audio, ma l'adattatore è offerto in dotazione. Si tratta di difetti che consideriamo veniali, per un terminale che ci ha convinto molto e che fra qualche mese potrebbe essere acquistabile a prezzi da vero e proprio best-buy.









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